Il cappello del prete by Emilio De Marchi

Il cappello del prete by Emilio De Marchi

autore:Emilio De Marchi [Marchi, Emilio De]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Crime, Psychological
ISBN: 9788866611080
Google: YC9UAwAAQBAJ
editore: Scrivere
pubblicato: 2012-08-27T18:24:44+00:00


XV

IN CASA DI FILIPPINO

MOLTA allegria e molto chiasso si fece quel dí in casa di Filippino ex-cappellaio.

Il fortunato vincitore aveva potuto riscuotere una prima rata della sua vincita, e con due contratti in un giorno aveva ceduto il negozio a un compagno e acquistata la casa dove abitava.

Per festeggiare il duplice, anzi triplice avvenimento, in una sala del primo piano era preparata una bella tavola con ogni sorta di grazia di Dio, servita in cappa magna dall'albergatore della «Colomba d'oro» con molta profusione di torte e di sorbetti.

Oltre a Filippino, a donna Chiarina, sua legittima consorte, e a' suoi figliuoli, sedevano intorno alla mensa l'ingegnere Fabi che aveva stimato lo stabile, don Ciccio, il celebre «paglietta», che aveva aiutato Filippino nelle pratiche legali, don Nunziante dal grosso naso, che aveva rogato gli strumenti, Ciro Stella, che aveva rilevata la bottega, molti compagni del mestiere, alcune vicine amiche della padrona, che piú bella del sole sedeva a capo della tavola, tutta splendente di perle, di corallo e di robe d'oro.

Al momento dei brindisi entrò Gennariello il ciabattino, il disgraziato Gennariello, che per giuocare i numeri dati dallo zio aveva venduto i ferri del mestiere, e ora girava colla chitarra a cantare serenate e barcarole e tarantelle, con un cappello bianco, alto come una torre, ornato di piume, di fiori e di scope.

Per la gente onesta era un mistero perché prete Cirillo avesse tradito il suo sangue e favorito invece a quel modo gli estranei; per i maligni il mistero si spiegava colla debolezza della natura umana, e anche fra i presenti c'era chi beveva con entusiasmo agli occhi belli e amorosi di donna Chiarina. Gennariello non aveva rancori con nessuno e accompagnava le sue canzonette con tali sgambetti e pulcinellate, che le donne e i ragazzi mandavano le grida fino al cielo.

Si era giunti al massimo fervore dell'allegria, quando i convitati sentono d'essere piú che mai fatti a sembianza d'un solo, figli tutti d'un solo riscatto.

- Chi l'avrebbe detto, Chiaruzza - diceva cogli occhi molli Filippino, - il dí che abbiamo aperta questa bottega con duecento scudi tolti a prestito e con dodici cappelli di lana, chi lo avrebbe detto che saremmo venuti a questo?

- È tutta bontà di Dio e di prete Cirillo, Pippo - rispondeva la bella moglie.

- Oh, perché non è qui anche lui, l'uomo di Dio?

- E non si è potuto sapere ancora il luogo del suo nascondiglio? - domandò col suo vocione don Nunziante, tirando fuori dal bicchiere un naso piú spugnoso del solito.

- Nulla.

- Avrebbe potuto scrivere a voi, Filippino, in segretezza; o mandare a dire: son vivo; amo però star nascosto.

- È quello che diciamo sempre anche noi. Chiarina se lo aspettava da un momento all'altro e teneva sempre pronta un'oca... Ma, don Ciccio, dite voi quel che ne sapete.

- Io ne so meno di voi, amici carissimi - esclamò don Ciccio cogli occhi lucenti. - Un giorno vien da me Gennariello, ti ricordi, Gennariello?...

- Eccellenza, sí. Lo zio era stato da me la mattina e gli ho dato quattro punti alle scarpe.



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